Se volete veramente calarvi nell’atmosfera della natura della sicilia sud-orientale il consiglio è semplicemente quello di visitare la campagna dei Monti Iblei. In auto, ancora meglio in moto o in bici, percorrete le strade minori che collegano i piccoli centri dei monti Iblei. Lo spettacolo della natura è assicurato, vi sembrerà di essere fuori dal mondo: antichi casali, carrubi e ulivi secolari, mandorli, campi di grano sterminati, muretti a secco, mucche e pecore in libertà nei pascoli e tante altre sorprese della natura. Le foto che vedete in questa scheda, ad esempio, sono state scattate nella SP57 che collega Palazzolo Acreide a Giarratana in un caldo giorno dell’estate siciliana.
L’altopiano degli Iblei, la cui cima più alta, monte Lauro, raggiunge 986 m. s.l.m., è costituito da numerose cave, rappresenta un importante complesso geologico della Sicilia sudorientale, a cavallo fra le province di Siracusa, Ragusa e Catania.
L’Anapo il cui nome, di origine greca, significa invisibile, nasce nel territorio di Palazzolo Acreide dalle sorgenti di Guffari sul Monte Lauro, dopo circa 40 km, attraverso le gole di Pantalica (dal fiume prende il nome), sfocia nelle acque del Porto Grande di Siracusa.
Un lungo sentiero bianco percorre l’intera valle dell’Anapo a mezza costa: è il vecchio tracciato della linea ferrata a scartamento ridotto Siracusa – Ragusa – Vizzini che, partendo da Siracusa, risaliva la valle, giungendo alla stazione di Sortino Fusco, di Pantalica, di Cassaro – Ferla, di Palazzolo Acreide e di Buscemi.
L’ altopiano degli Iblei si estende quasi interamente nelle province di Ragusa, di Siracusa ed in una piccolissima porzione della provincia di Catania, sono numerose e ampie le fratture presenti, localmente denominate Cave, incidono il territorio a volte profondamente, con andamento per lo più perpendicolare alle coste.
La presenza dell’acqua, il grado di umidità favorevole ed il clima piuttosto mite della zona, hanno determinato all’interno delle cave la crescita di una lussureggiante e fitta vegetazione.
Discretamente estesi sono i boschi spontanei a Querce, depauperati purtroppo ogni anno dagli incendi estivi.
Lo spettacolo che offrono le cave iblee, specialmente quelle del Siracusano, è particolare: dirupi e strapiombi inaccessibili, grotte un tempo sommerse dal mare e prodighe di reperti fossili spesso rari, grotte stalattitiche ancora intatte e ricche di policrome concrezioni calcaree, ripari naturali di natura eolica, rara fauna selvatica e la nominata fitta vegetazione con frutti e bacche commestibili, erbe officinali e spesso con limpidi corsi d’acqua a fondo valle.
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