Monterosso Almo

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Monterosso Almo, piccolo paesino di circa 3000 abitanti nel cuore dei Monti Iblei, è inserito nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. E non è un caso… Qui l’aria è buona, la vita a misura d’uomo e nel piccolo centro abitato, tra chiese, vicoli e monumenti, i suoi abitanti vivono una realtà intessuta di relazioni umane e antiche tradizioni. Un’atmosfera che ha colpito registi del calibro di Tornatore e Sciarra che hanno scelto Monterosso Almo come set cinematografico ideale per film di successo come “L’uomo delle Stelle” e “La Stanza dello Scirocco”.

Nella piazza principale, chiamata in dialetto “U Chianu” (Il Piano), converge l’elegante Chiesa di S. Giovanni Battista, con la facciata a forma piramidale che raggiunge i 22 metri di altezza e al suo interno una scenografica volta mozzafiato che illumina di bianco avorio tutta la navata centrale. Il Palazzo Cocuzza, oggi sede del Museo Civico, domina con la sua imponenza tutta la piazza, come faceva un tempo la famiglia omonima con i numerosi possedimenti nel territorio circostante. Il senatore Federico Cocuzza, all’inizio del secolo scorso, mise insieme tutte le sue forze e la sua influenza per dare vita ad un nuovo tratto di ferrovia che partiva da Siracusa, si biforcava al bivio di Giarratana per raggiungere Ragusa o Caltagirone, passando vicino Monterosso. Di quella ferrovia oggi rimangono alcune gallerie, piccole stazioni abbandonate e un progetto nel cassetto per farla diventare un inedito percorso di trekking.

Piccoli vicoli, cortiletti, stette scalinate e antichi passaggi ad arco ci conducono nel quartiere più antico del paese, detto “Matrice”. Qui sorge la Chiesa della Madonna Addolorata, ricostruita dopo il terremoto del 1693, che si affaccia sulla caratteristica Piazza S. Antonio e presenta al suo esterno due inediti semicerchi con sedute in pietra che sembrano custodirne amorevolmente la facciata. Sul lato opposto della piazza, al termine di una scenografica scalinata, troviamo l’imponente Chiesa Madre, anch’essa crollata nel 1693 e ricostruita. Particolarmente bella la sua facciata in stile neogotico con finestre a bifora e il portale. Dal sagrato antistante la chiesa si può ammirare un panorama suggestivo della vallata sottostante.

Ma la storia di Monterosso Almo ha radici ancora più antiche, risalenti all’età del rame, come testimoniano l’Ipogeo di Calaforno, il più antico del Val di Noto con le sue 35 camere, e gli insediamenti di Monte Casasia risalenti al VII secolo A.C..

Monterosso Almo è il luogo ideale anche per immergersi in un’esperienza enogastronomica che propone sapori genuini, frutto di antiche tradizioni contadine, come cavateddi, ciliegie, pane e scacce, funghi, salsicce e carne di cinghiale. E una particolare varietà di mandorla che ha trovato il suo habitat ideale qui, alle pendici dei Monti Iblei.

Photo Credits: Tutte le immagini presenti in questa scheda sono gentilmente concesse da Alessandro Pantano, ad eccezione di quelle non autografate che sono di proprietà di VALDINOTO.IT.


Conbributi a cura di:
Testi a cura di: Valdinoto Team

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Monterosso Almo
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37.0904174, 14.7655961

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