La chiamano, a buon diritto, il presepe naturale. Piccole casupole si affrastagliano l’una sull’altra, deliziose lucine s’affacciano al far della sera, chiese e monumenti s’aprono d’improvviso ad ogni piè sospinto.
E’ il tempo, qui la chiave di tutto. A partire dalla torre dell’orologio, a ricordarci che tutto passa.
Ricostruita in stile barocco dopo il terremoto del 1693 (tranne la chiesa di S. Domenico, edificata alla fine del XIV sec. ) offre ad uno sguardo appassionato numerosi gioielli, come la chiesa di S. Pietro, che con il S. Giorgio è una delle due chiese matrici della città.
Il Duomo di S. Giorgio, eretto nel Settecento, somiglia tanto alla chiesa di S. Trinità dei Monti. In molti la definiscono il più bell’esempio del barocco ibleo.
Anche qui, come a Noto, i palazzi barocchi riportano mensole antropomorfe. A Palazzo dei Mercedari è visitabile il museo ibleo delle arti e tradizioni popolari con le riproduzioni delle antiche botteghe artigianali .
Numerose chiese, scampate al terremoto, furono riedificate in stile barocco, come la chiesa di S. Maria di Betlem di impianto quattrocentesco, con elementi tardo-gotici, arabi, normanni e catalani.
Modica è anche la città del cioccolato: un festival annualmente è dedicato a questa prelibatezza (ChocoModica), la cui lavorazione qui segue antichissime e segrete ricette sudamericane.
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