Incastonata ma tra il possente vulcano dell’Etna – il gigante portatore di distruzione e ricchezza, colui che più di ogni altra cosa ha condizionato la storia della città – e l’azzurro cristallino del Mar Ionio, Catania è una città dalle mille sfaccettature, che sa conquistare grazie alla ricchezza delle sue architetture barocche, il suo ricco patrimonio storico e artistico, ma anche per lo spirito di una Sicilia giovane ed energica, tra i palazzi possenti e le strade movimentate, che sanno di musica e peccaminoso street food.
Ecco cosa non potete assolutamente perdervi in questa splendida città.
Puoi iniziare la visita di Catania dal Castello Ursino. Costruito nel XIII secolo per volere di Federico II di Svevia, un tempo il castello era lambito dal mare. Federico si era, dunque, fatto costruire una fortezza con vista sul Mediterraneo. La colata lavica del 1669 e il terremoto del 1693 fecero allontanare la costa di alcune centinaia di metri.
Oggi il castello è sede del museo civico e domina imponente Piazza Federico di Svevia. Oltre alla collezione Biscari e dei Benedettini. All’interno del castello è possibile ammirare i tantissimi graffiti lasciati dai carcerati nel periodo in cui fu usato come prigione.
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Appena arrivati in Piazza del Duomo, cuore pulsante della città, si viene subito sopraffatti dalla bellezza di Catania. Tutto appare monumentale ed elegante.
La Cattedrale di Sant’Agata fa da guardia alla piazza, ma ad attirare lo sguardo è anche la Fontana dell’Elefante: chiamato anche “u Liotru”, una statua in pietra lavica sormontata da un obelisco e posizionata al centro di una fontana di marmo.
Le origini della fontana non sono chiare, ma la versione più accreditata è quella del geografo arabo Idrisi, secondo il quale l’elefante sarebbe stato costruito durante la dominazione cartaginese di Catania. La statua era considerata magica, in grado di proteggere la città dalle eruzioni dell’Etna. Oggi l’elefante è il simbolo di Catania e appare anche nello stemma comunale.
Alle spalle della Fontana dell’Amenano, una scalinata scende fino all’antico mercato del pesce di Catania. I venditori afferrano e sbattono i polpi più invitanti sulle bilance, affettano tonni, affondano le mani in conche di vongole e lumache di mare. Ognuno di loro ha il pesce più fresco e a buon prezzo, e lo gridano, lo decantano. In mezzo a questa cacofonia di dialetti, l’odore del pesce stordisce e impregna ogni cosa.
Tra i luoghi da non perdere a Catania c’è sicuramente il Teatro Romano, a pochi passi da via Etnea. Di origini greche, il teatro fu restaurato e ampliato sotto l’impero romano.
Nei secoli successivi la struttura cadde in disuso e cominciò a essere utilizzata come cava. Tutto intorno al teatro sorsero abitazioni ricavate nella struttura stessa, molte delle quali sono state abbattute in anni recenti.
Sede della facoltà di Lettere e Filosofia, il complesso è costituito da un enorme edificio monastico benedettino e da un’imponente chiesa settecentesca. È talmente grande che è considerato il secondo monastero benedettino d’Europa per estensione.
Il Monastero è un luogo ricco di storia e di riferimento per la città di Catania.
La cupola della chiesa settecentesca adiacente al monastero, alta 66 metri, detiene il primato di punto d’osservazione aperto al pubblico più alto di Catania. Ha riaperto ai visitatori soltanto di recente, ma oggi è già uno dei siti turistici più importanti della città.
Tra i luoghi legati al culto di Sant’Agata – patrona di Catania – questa chiesa merita decisamente una visita, non tanto per la ricchezza degli interni, quanto per la storia che custodisce.
Sant’Agata la Vetere fu la prima cattedrale della città, più volte distrutta e ricostruita a causa di terremoti ed eruzioni vulcaniche. Secondo la tradizione, sorge sul luogo nel quale la santa fu martirizzata e della quale si conserva qui il primitivo sarcofago di epoca romana.
Via Etnea è la via principale di Catania. La storia della strada più famosa della città non è così antica come si può pensare. Via Etnea, infatti, sorse soltanto in seguito al terribile terremoto del 1693.
Il Duomo di Catania, essendo uno dei pochissimi edifici non totalmente distrutti dal sisma, fu considerato come il punto di partenza per la ricostruzione delle strade della città a opera del Duca di Camastra. Fu così che nacque una strada che dal Duomo si allungava verso l’Etna.
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